giovedì 11 marzo 2010

Consiglio spassionato per un'ottima lettura

Di Stefania Marzi


Il ladro di anime

di Sebastian Fietzek



“Il ladro di anime” semplicemente geniale. Un libro in cui copertina e numero di pagine acquistano significato grazie alla penna di Sebastian Fietzek autore oserei dire unico.

Uno psichotriller con un ritmo crescente, veloce, capace di inchiodarti per ore e di risucchiarti all'interno di una storia di cui è difficile non diventare protagonista. Un passato in cui tutto ebbe inizio e un gruppo di persone si ritrova a dover sopravvivere alla presenza di un ignoto “ladro di anime”. Un presente in cui ancora si cercano possibili risposte.

Caspar, ritrovato davanti ad un'isolata clinica psichiatrica fuori Berlino in una notte poco prima delle festività natalizie, ha perso la memoria. Chi è? Da dove viene? E soprattutto, perchè si trovava senza sensi davanti alla clinica in fase di congelamento?

Una trame elaborata e avvincente che vi farà sudare e tremare le mani per la smania di trovare risposte e voltare pagina.

Lo consiglio a tutti...non si può non leggere un capolavoro del genere (mio umilissimo giudizio).

Non mi resta che augurarvi buon viaggio a Berlino...anzi, direi buona partenza, perchè il ritorno non è garantito!!!!!



Traduttore: Pesetti M.

Editore Elliot (collana Scatti), 2009

venerdì 5 marzo 2010

Ricetta per il DOLCE AL COCCO

Di Valentina D'Alfonso

Dolce al cocco


Ingredienti:

- 5 uova
- 1 yougurt al cocco
- 2 bicchierini di zucchero
- 4 bicchierini di farina
- 1 bicc. di olio di semi
- 1 bustina di lievito sfatta nel latte


Impastare gli ingredienti.
Imburrare una teglia e spolverare con la farina e dopo mettere l'impasto dentro.

Forno a 175 gradi per 40-45 minuti!

sabato 27 febbraio 2010

NotteCampana, in giro per la rete teatrale aretina

Articolo di Roberto Gennari

Questa è una recensione che scrissi a suo tempo dopo aver visto lo spettacolo "NotteCampana" al Teatro Verdi di Monte San Savino. Visto che ancora Monni è in giro per i teatri aretini, spero di invogliarvi ad andare a vederlo...

Quando si va a teatro a vedere Carlo Monni, portabandiera della cultura toscana come pochi altri, bisogna pensare che ci si può aspettare di tutto. Anche che se la prenda con futuristi, femministe, poeti ermetici, ex-fidanzate, e chi più ne ha più ne metta. Nello spettacolo che porta in giro attualmente nei teatri, dal titolo “NOTTECAMPANA”, Carlo Monni, accompagnato da Orio Odori, da Arlo Bigazzi e Giampiero Bigazzi, rende omaggio ad un altro toscano DOC, a cui la notorietà sta finalmente arrivando per quanto la meritava, per quanto in vita gli venne negata: Dino Campana da Marradi, nei monti sopra Firenze. Nella sua vita, recentemente trasposta (con molta libertà interpretativa, diciamo pure troppa) sul grande schermo da Michele Placido nel film “un viaggio chiamato amore”, Dino Campana era chiamato dai suoi compaesani “il matto”. Leggendo la sua opera più nota, i “Canti Orfici”, scopriamo come uno dei momenti che maggiormente segnarono la sua breve vita fu il viaggio a piedi da Firenze alla Verna. Carlo Monni ne fa un omaggio insieme rispettoso e dissacrante, mischiando i suoi ricordi di gioventù a Campi Bisenzio con quelli di Campana. Rivendicando in modo caotico, quasi arrabbiato, il ruolo di primo piano che spetta a Dino Campana nel pur vasto panorama della poesia italiana. Monni se la prende un po’ con tutti, dicevamo: con Sibilla Aleramo, con Ungaretti, con Papini e Ardengo Soffici, tutti in qualche modo legati al poeta fiorentino e in parte responsabili della prematura dissoluzione del suo talento. Legge i passi più belli di Campana, Carlo Monni, e quando lo fa, lo fa con trasporto invidiabile, con una potenza che è in parte dettata dai versi del poeta e in parte farina del suo sacco, con la Banda Improvvisa a fornirgli un tappeto musicale discreto e suadente.
È un fiume in piena, Carlo Monni. Se la prende persino con Carla Bruni, che accosta in qualche modo a una Sibilla Aleramo dei giorni nostri. Ma soprattutto si accanisce con chi non ha neanche un briciolo di poesia, nel proprio cuore. Con chi si prende troppo sul serio, con chi non ha quella leggerezza che a volte emerge nelle poesie di Campana, come quando, in uno dei suoi versi più famosi, dice “da lontano un ubriaco / canta amore alle persiane”. Carlo Monni è innamorato di Dino Campana, così come Campana lo è del Casentino. In una parte dei Canti Orfici, intitolata “Stia, 20 settembre”, il poeta fiorentino dice:

ho riposato nella limpidezza angelica dell’alta montagna addolcita di toni cupi per la pioggia recente, ingemmata nel cielo coi contorni nitidi e luminosi che mi facevano sognare davanti alle colline dei quadri antichi. […] e al fine Stia, bianca elegante tra il verde, melodiosa di castelli sereni: il primo saluto della vita felice del paese nuovo: la poesia toscana ancor viva nella piazza sonante di voci tranquille, vegliata dal castello antico.


È un’occasione per riscoprire il talento vero e verace di Carlo Monni, e per alcuni di apprezzare l’ispirazione autentica e appassionata di uno dei più grandi poeti italiani del secolo scorso. E una serata che, con tutta la magia del palcoscenico, può regalare insieme lacrime di commozione e risate sincere, a metà strada tra il teatro, la musica e la poesia.


Dal Blog BORIS VIAN

giovedì 25 febbraio 2010

Intervista a Davide

Intervistatrice: Diletta Spadini


Quanti anni hai?
16


Che scuola frequenti?
Il Margaritone


Che fai dopo la scuola?
Vado a letto e dopo esco


Vai a ballare?
Poco, ma sì


Quali discoteche frequenti?
Le Mirage e il Dolce Verde


Che hobby hai?
Il calcio

Cosa fai di solito il sabato sera?
Vado ad Arezzo o al Giallo

Che posti di Arezzo frequenti?
Il Dolce e Salato e il Buzzini

Cosa vorresti in più a Subbiano?
La discoteca al posto del campino

Che musica ascolti?
Tutta

Nuova Riunione

Questo pomeriggio, alle ore 16:30, nuova riunione di redazione al Gialloblè di Subbiano.

Vi aspettiamo!!!

lunedì 1 febbraio 2010

che (ma soprattutto dove e come) me tocca sentire... Arezzo - Lumezzane


di Roberto Gennari



Scritto ascoltando Radiohead - In rainbows - Tempo massimo di lettura: 1'45"

È evidente che in Lega Calcio di serie C sono tutti dei lavoratori indefessi, degli stakanovisti mostruosi, e che pertanto hanno pensato che questo recupero di campionato Arezzo-Lumezzane prima si faceva e meglio era. Altrimenti – non me ne vogliano i cervelloni – sarebbe stato più sensato recuperare questa e le altre gare rinviate per neve a dicembre quando il campionato proponeva una sosta, ovvero il 14 di febbraio. Segnatevi queste due parole, lavoratori e sosta, perché ci tornerò dopo.
Arriviamo a ieri, mercoledì 27 gennaio, giorno feriale, Giornata della Memoria e già che ci siamo compleanno del mio babbo.
Ora, come capita ai più tra di noi, il mercoledì può succedere di andare a lavorare, e di uscire ad un orario in cui la partita dell'Arezzo è già finita. Quindi, se uno è un lavoratore (parola 1 di cui sopra) e non ha la sventura di essere in cassa integrazione, a meno di prendere un permesso a vedere l'Arezzo non ci va. E se il permesso non te lo danno? Come fai?
Vi dico – brevemente – come ho fatto io. Radiolina imboscata in tasca, ogni 5 minuti circa buttavo l'orecchio. Chianese, 1-0! Maniero, 2-0! E vai! Imboschiamo la radiolina di nuovo nelle tasche. C'è da fare, clienti telefonano, ci sono le spedizioni da preparare, le mail a cui rispondere, un mercoledì come tanti. Arriva un cliente. “Oh, te che sei venuto qua in macchina, mica sai che fa l'Arezzo?” “Ah, giocava oggi?” “...” Niente da fare, con il primo non è andata bene. Ne arriva un altro. Stessa domanda. Leggermente diversa la risposta. “No, sapevo che giocava ma non ho la radio in macchina.” Allora dico al mio collega: “Oh, vai a vedere su Amaranto Magazine che fa l'Arezzo!” “Non funziona il sito, non si apre!” “Allora prova su livescores” “Vince 2-1, è finito il primo tempo”.
Il secondo tempo va meglio, mi mandano fuori per delle consegne e riesco a sentirne una buona parte in macchina. Oddio, quando Lauria ci ha fatto il gol dell'ex ammetto che ho pensato che andava meglio prima, però...
Finisce 2-2. Pareggio tutto sommato giusto, dicono alla radio.
M'importa di molto se era giusto o meno. Quello che non trovo giusto è che l'Arezzo abbia dovuto giocare davanti a poca gente una partita fondamentale per il prosieguo del campionato, che abbia sprecato un vantaggio di 2 gol, che io che sono abbonato non abbia potuto vederla né tantomeno sostenere la mia squadra perché chi programma queste cose non ha tenuto conto del fatto che uno possa essere tifoso dell'Arezzo e al tempo stesso abbia da lavorare. Quindi, tenendo conto delle soste (parola 2) del campionato, per dirla con le ricorrenze, anziché farla giocare per la Giornata della Memoria, non avrebbero potuto scegliere San Valentino, che veniva anche di domenica?
E ora, visto che mi girano le scatole perché si vinceva 2-0 e poi s'è pareggiato, mi domando una cosa, e la domando anche a chi legge: a chi la devo presentare una richiesta di rimborso – più per principio che per altro, visto che la quota abbonati è di circa 7 euro a partita – per una partita che non ho potuto vedere per motivi non dipendenti dalla mia volontà?

Fonte: Boris Vian, blog di Roberto

sabato 30 gennaio 2010

TWILIGHT - LA TRAMA DEL FILM


di Giada Mattesini


Bella Swan (Kristen Stewart) è sempre stata diversa dai suoi compagni, non le è mai importato di fare amicizia con le ragazze più alla moda del suo liceo di Phoenix. Quando la mamma di Bella si risposa e manda a vivere la figlia con il padre, nella piovosa cittadina di Forks, a Washington, Bella non prevede affatto che la sua vita possa subire grandi cambiamenti. Almeno fino a quando non incontra il misterioso e bellissimo Edward Cullen (Robert Pattinson), un ragazzo diverso da chiunque altro abbia mai conosciuto.

Edward è intelligente e arguto ed è capace di leggere nella sua anima. Presto, Bella ed Edward si lasciano trascinare in una storia d’amore appassionata e decisamente poco convenzionale. Edward riesce a correre più veloce di un leone di montagna, può fermare a mani nude una macchina in movimento e non invecchia dal 1918, perchè come tutti i vampiri è immortale. Diversamente da essi, però, Edward non ha canini aguzzi e non beve sangue umano. Edward e la sua famiglia sono dei vampiri unici nel loro genere, per le proprie scelte di vita. Bella rappresenta ciò che Edward aspettava da 90 anni: l’anima gemella.

Ma più i due si avvicinano, più Edward deve combattere l’istinto primordiale che il profumo di Bella risveglia in lui, rischiando di fargli perdere il controllo. Cosa faranno Edward & Bella quando James (Cam Gigandet), Laurent (Edi Gathegi) e Victoria (Rachelle Lefevre), i vampiri nemici mortali dei Cullens, giungeranno in città per cercarli?